Circolo virtuoso Il nome della Rosa

Giulianova Alta, Via Gramsci 46/a 

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Venerdì 10 dicembre ORE 21,30

FOTOGRAFIA

“Fotografie 1977 – 2020

Incontro con: Giovanni TAVANO

A cura di: Luca MAGGITTI 

 

Giovanni Tavano si qualifica negli anni ‘80 a livello internazionale come uno dei più forti ed originali fotografi creativi italiani della nuova generazione, pubblicando ed esponendo nelle più importanti riviste, gallerie e musei di fotografia del mondo. Dal 1979 ha tenuto oltre 120 mostre personali nelle più importanti gallerie e pubblicato proprie opere sulle maggiori riviste di fotografia creativa di quasi tutti i paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera) e in Argentina, Brasile, Canada, Cina Popolare, Giappone, Messico, Stati Uniti. Oltre che in numerose collezioni private, sue immagini sono conservate presso Musei e Istituzioni quali il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma; la Bibliothèque Nationale di Parigi, il Museo Internazionale della Fotografia “N. Niépce” di Chalon s. Saône, la Collection FNAC di Parigi, la Collection Fonds National d’Art Contemporain di Parigi, la Maison de la Culture d’Amiens, le Artothèques di Vitré, évry, Angers e Nantes; la Polaroid Foundation di Amsterdam, il Kodak Museum di Rochester (USA), il Museo d’Arte Contemporanea di Città del Messico, il Museo d’Arte Moderna di Rio de Janeiro, la Fondazione Canon di Tokyo, il Museo di Arti Popolari di Pechino.

 

«Non si possono dire molte cose sulle sue immagini: esse impongono la loro presenza, non offrono presa alla critica, neanche malevola. Poiché l’aneddoto ed il superfluo ne sono stati eliminati, resta solo il nucleo delle cose. (…) Pur nell’ambiguità di una impostazione “classica” tenacemente perseguita, questo modo di fotografare non ha tuttavia niente di anacronistico. Ha molto a che vedere con la sensibilità contemporanea, senza però i tic e il manierismo destinati a “fare moderno” a tutti i costi. Il suo stile ha una sospensione, un modo di temperare il modernismo, che ha molti punti in comune col Classicismo».

GUY MANDERY

 

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